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La Normativa sul fumo in Italia


prevedeva il divieto di vendita e somministrazione di tabacco ai minori di 16 anni, ai quali era anche vietato fumare nei luoghi pubblici.
che stabilisce il Monopolio di Stato sulla fabbricazione, preparazione, introduzione e vendita dei tabacchi e dei prodotti derivati del tabacco in tutto il territorio del Regno.
prima normativa che stabilisce il divieto di propaganda pubblicitaria di qualsiasi prodotto da fumo, nazionale ed estero e Decreto legge di aggiornamento delle sanzioni già previste nel 1962.
vieta di fumare in determinati luoghi come le corsie degli ospedali, le aule scolastiche, le sale d’attesa delle stazioni, i locali chiusi adibiti a pubblica riunione, i cinema, le sale da ballo oltre che sui mezzi di trasporto pubblico.
vengono stabilite regole sulla pubblicizzazione e l’etichettatura dei prodotti del tabacco e per la prima volta in Italia compare sui pacchetti la scritta a caratteri cubitali “il fumo è nocivo”.
decreto legislativo che ordinava ai datori di lavoro di limitare l’esposizione dei lavoratori agli agenti cancerogeni, ivi compreso il fumo di tabacco.
direttiva con la quale viene introdotto il divieto di fumo nei locali destinati al ricevimento del pubblico e utilizzati dalla Pubblica Amministrazione, dalle aziende pubbliche e dai privati esercenti servizi pubblici.
attuale disciplina sul fumo che sancisce il divieto di fumare in tutti i locali chiusi, compresi quelli dei luoghi di lavoro, pubblici e privati, con esclusione delle residenze private e dei locali idonei per i fumatori. Il divieto vale, tra gli altri, per le scuole, gli ospedali, gli uffici della Pubblica Amministrazione, gli autoveicoli di proprietà dello Stato, di Enti pubblici e di privati concessionari di pubblici servizi per il trasporto collettivo di persone, i taxi, le metropolitane, i treni, le sale di attesa di aeroporti, stazioni ferroviarie, autofilotranviarie e portuali-marittime, le biblioteche, le sale di lettura, i musei, le pinacoteche, i bar, i ristoranti, i circoli privati, le discoteche, le palestre, le sale corse, le sale gioco, le sale video game, le sale Bingo, i cinema multisala, i teatri. Il divieto di fumare si estende anche agli studi professionali ed agli uffici aperti unicamente ad utenza interna come, tipicamente, alcuni uffici bancari o l’ufficio di ragioneria di un’azienda. Inoltre, è vietato fumare negli spazi comuni dei condomini ad esempio nelle scale, nell’ascensore, ecc. Negli alberghi ed in genere nelle strutture ricettive il divieto interessa tutti gli spazi comuni (reception, bar, sale da pranzo, salotti, ecc.) mentre le camere possono essere assimilate alle private abitazioni. Tuttavia, è possibile prevedere camere per fumatori e per non fumatori secondo le preferenze dei clienti.
La legge non prevede quindi un obbligo, ma concede la possibilità di creare locali per fumatori, le cui caratteristiche strutturali e i parametri di ventilazione sono stati definiti con il successivo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2003, che prevede anche le misure di vigilanza e sanzionamento delle infrazioni.
decreto che introduce nuove regole per l’etichettatura dei pacchetti di sigarette, sui quali compaiono più scritte che avvertono sui rischi per la salute provocati dal fumo.
Legge che all’art. 1 co. 189 stabilisce che nei casi di violazione del divieto di fumare, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria di importo compreso tra 27,50 euro e 275,00 euro [13]. Se la violazione avviene in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza ovvero davanti a lattanti o a bambini fino a dodici anni, la sanzione è raddoppiata da 55,00 euro a 550,00 euro. Qualora la violazione dovesse venire commessa dai soggetti responsabili della vigilanza sul rispetto del divieto di fumo (ad esempio questi omettono di esporre i cartelli indicanti il divieto oppure non contestano la violazione del divieto), si applica una sanzione amministrativa pecuniaria di importo compreso tra un minimo di 200 euro ad un massimo di 2.200 euro.
viene innalzato il divieto di vendita delle sigarette ai minori di 18 anni.
viene esteso il divieto di fumare anche alle aree all’aperto di pertinenza delle istituzioni scolastiche.
sanziona chi, tra le altre cose, abbandona i rifiuti di prodotti da fumo (es. mozziconi di sigaretta), sul suolo, nelle acque e negli scarichi.
il Decreto recepisce la direttiva 2014/40/UE sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati, che abroga la direttiva 2001/37/CE. Il divieto di fumare si applica alle pertinenze esterne delle strutture ospedaliere universitarie, di quelle degli ospedali e degli istituti di ricovero e cura nonché negli autoveicoli alla presenza di donne incinte e di minori. Inoltre, sono introdotte multe per chi viene sorpreso a gettare mozziconi per terra; pene maggiori per coloro che vendono tabacco ai minori. Sono messi al bando i pacchetti contenenti più di 10 sigarette; è fissato il limite massimo di 30 grammi per i pacchi di tabacco sfuso; sono posti limiti alla pubblicizzazione delle sigarette elettroniche.
È previsto inoltre che ciascuna confezione e l'eventuale imballaggio esterno dei prodotti del tabacco debba recare, in almeno il 65% della sua superficie (tanto della superficie esterna del fronte quanto del retro) avvertenze combinate relative alla salute. Le avvertenze comprendono immagini shock sugli effetti dannosi del fumo, avvertenze testuali e informazioni sulla disassuefazione dal fumo con riferimento al Telefono Verde contro il Fumo 800.554.088 dell’Istituto Superiore di Sanità.